Bari Vecchia si è svegliata con un velo di tristezza, come se uno dei suoi vicoli più celebri avesse perso improvvisamente un pezzo della sua anima. Nel dedalo di strade che compongono il cuore antico della città, il silenzio ha preso il posto delle risate e delle battute che per anni hanno accompagnato la quotidianità dei residenti e dei tanti visitatori. Una presenza amatissima, simbolo di una tradizione che resiste al tempo, non c’è più, lasciando dietro di sé ricordi vivissimi e un affetto corale difficile da raccontare in poche righe.
Il mondo delle pastaie, custodi di un’arte che a Bari è quasi sacra, perde così una figura che per decenni ha rappresentato la spontaneità e la forza della cultura popolare. Da quel vicolo divenuto famoso in tutto il Paese sono passati turisti, giornalisti, curiosi, tutti attratti da quella capacità unica di trasformare un gesto quotidiano – fare le orecchiette – in un rito collettivo, fatto di mani veloci, racconti di vita, proverbi e risate improvvise. Oggi quel teatro naturale sembra più vuoto, come se avesse perso la sua protagonista più brillante.

La notizia della scomparsa, avvenuta ieri, giovedì 4 dicembre, ha colpito profondamente l’intero quartiere. L’anziana era un punto di riferimento non solo per chi abitava ad Arco Basso, ma anche per i tanti che, nel corso degli anni, avevano imparato a conoscerla attraverso brevi incontri, interviste televisive o semplici scambi di battute davanti al suo tavolino di lavoro. Viveva proprio di fronte a quella che è considerata la pastaia più nota della città, con cui condivideva un legame autentico, fatto di amicizia e tradizione.

Solo a questo punto si può dire il suo nome: si trattava di Vittoria Grimaldi, una vera istituzione di Bari Vecchia. Novant’anni portati con la grinta di una donna che non si è mai risparmiata, amata per le sue orecchiette, certo, ma anche per quel modo tutto suo di raccontare aneddoti, ricette, detti popolari che strappavano sorrisi a chiunque la incontrasse. Le telecamere locali la cercavano spesso, soprattutto nei periodi di festa, e lei non diceva mai di no: accoglieva tutti con naturalezza, regalando momenti diventati ormai patrimonio della memoria collettiva del quartiere.

Il suo carisma aveva superato da tempo i confini di Bari, trasformandola in un piccolo fenomeno social. Le parti più divertenti delle sue interviste, raccolte negli anni, circolavano ovunque: Facebook, Instagram, TikTok. Clip di più di dieci anni fa continuavano a spuntare nei feed dei più giovani, che la consideravano una sorta di nonna adottiva, una star inconsapevole della genuinità. E quando la notizia della sua morte ha cominciato a diffondersi, i commenti non si sono fatti attendere: “Non so se avete letto, ma non c’è più, che dispiacere!”. “Ho saputo adesso, mi dispiace tanto”. “Quante risate che ci ha fatto fare, ciao signora degli stracinati”. “Ciao a questa diva delle orecchiette”.
C’è chi ha voluto salutarla ripetendo una delle sue frasi più iconiche, diventata meme e tormentone: “Ora e sempre ‘pression a cindottande’, ciao”. Un’espressione semplice, verace, che la rappresentava perfettamente e che oggi risuona come un ultimo sorriso collettivo rivolto a chi, per tutta la vita, ha donato sorrisi senza mai chiedere nulla in cambio.
Da oggi, la strada delle pastaie nel Borgo Antico sarà un po’ più silenziosa e meno vivace. Ma l’eredità di Vittoria Grimaldi continuerà a vivere nei gesti delle mani che impastano, nelle risate spontanee dei video che circolano online, nelle orecchiette che ogni giorno vengono preparate su quella stessa pietra bianca che lei ha animato con la sua presenza. Una tradizione non muore davvero, finché qualcuno la ricorda. E Bari Vecchia, questo, non lo dimenticherà.